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Licandro ha attraversato la politica con il garbo di un distinto signore di antico stampo senza mai farsi coinvolgere dalle lotte di potere. Era un reggino vero, espressione di una buona borghesia, quella della città bella e gentile, che sarebbe stata soppiantata a partire dalla metà degli anni Settanta da un'imprenditoria rapace composta da professionisti spregiudicati, imprenditori rampanti, burocrati pubblici; tutti aperti al rapporto con una nuova e più aggressiva mafia.