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Il mondo a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta e racconta la vicenda di Gori e dei suoi amici. Un periodo dominato da uno scontro politico e sociale in Calabria e nel Meridione, dove si concretizzano sempre più il fallimento dell'occupazione delle terre di Campuluongu e l'incapacità degli intellettuali di vivificare quei movimenti di lotta. "Micu Scupetta", nonostante la bandiera rossa in cui si avvolge, rimane sempre "nu sciancatu" e gli "zappaturi" e i "vrazzali" ritornano a essere "pietri de strata" L'alta Italia industriale e le sue macchine "agghjutti cristiani" incombono sulla comunità. Il destino di Gori è già tracciato: deve partire anche lui, come gli altri. Ecco allora Maria figlia di Don Giuvà. La ragazza ricambia i sentimenti di Gori, ma Don Giuvà non può permettere che la figlia diventi moglie di un emigrato; per la figlia pretende qualcuno con ettari di uliveto o un buon mestiere. Una storia di amore contrastato e di lontananza dalla terra.