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La grande e la piccola storia nelle lettere dal fronte di un contadino calabrese vittima delle patriottiche macellerie in frenetica attività nel '15-'18. Il contadino era analfabeta, gli estemporanei scrivani a cui si rivolse scrittori impervi. Le lettere furono conservate dalla vedova prima, dalla figlia poi e oggi vengono riesumate con mano amorevole e penna furente da una pronipote ritornata da un altro mondo, dalla destinazione venezuelana dalla sua famiglia coinvolta ampiamente nell'emigrazione, ulteriore massacro sociale promosso dalla feroce patria. Chi pensa che l'economia industriale abbia portato vantaggi all'umanità deve fare i conti anche con queste pagine. Con un cd di canti della Prima Guerra Mondiale e la presentazione di Elisabetta Viti.