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Si ripropone, a vent'anni dalla prima edizione, un testo breve di Edda Ducci. Un testo che, al momento della sua scomparsa, la studiosa casentinese stava rielaborando nella prima parte. Non avendone portato a termine una stesura definitiva, lo si restituisce al lettore nella versione originaria. Il tema trattato era il tema per eccellenza della Ducci filosofa e pedagogista: un lungo e paziente riandare al cuore dell'umano in tutte le sue varianti, nelle consonanze pacificate e nelle dissonanze critico-esistenziali. La passione per l'insegnamento e la cura per le attività sociali nella marginalità risentono di questo impegno, impegno che ella ha sempre sentito legato alla fedeltà alla parola e alla relazionalità umana, al riconoscimento del tu e al riconoscimento dell'altro. Perciò si leggono in controluce, in queste brevi pagine, autori amati e frequentati e temi sempre presenti alla sua preoccupata speculazione per l'uomo. Il che autorizza a credere, con qualche speranza, che una riproposta del breve scritto possa giovare al ricordo di un magistero mai banale e alla riproposizione di temi che chiedono soltanto di essere continuamente ripresi e approfonditi.