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Le vicende che dalle origini e fino alla seconda guerra mondiale hanno riguardato Nuoro e la Barbagia, definita nell'introduzione la regione "più montuosa e caratteristica dell'isola, che proprio in virtù della sua struttura morfologica è da ritenersi l'area più genuinamente sarda". Un'isola nell'isola, in cui rinnovamenti e modifiche provenienti dalla pianura non sono accettati se non con reticenza e diluiti in un arco di tempo assai lungo, ma dove accanto ai condizionamenti negativi ne emergono altri altamente positivi: la montagna è la terra degli uomini liberi e della democrazia; qui, protetti dalla natura dei luoghi, trovano rifugio i vinti che fuggono, i più intrepidi che non vogliono sottostare a nuove forme di costrizione, i ribelli e i forti che apportano forze nuove alla gente di montagna, che recepisce validi impulsi di rinnovamento pur conservando le proprie caratteristiche originarie, quelle di un temperamento forgiato dalla continua lotta contro una natura avara e che poco o nulla offre senza un grave corrispettivo di sacrificio, dalla quale scaturisce una frugalità necessaria ed una resistenza fisica senza le quali la sopravvivenza è impossibile.