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"È una scrittura profetica: Di Nola continua a scendere nella sua miniera di pietre, a estrarle, a mostrarcele nella loro nudità. Pietre sono le parole che slega, libera dai labirinti leggeri della sintassi e ci mostra, secondo quel ritmo necessario che ha imparato da Ungaretti." (Dalla postfazione di Rino Mele)