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«Cade a proposito il tema umano del civismo di Gianni, che questo libro evoca in suo nome, giocando sul cambio di ruolo con il famoso ottimismo di Tonino Guerra» (Luca Cesari). «Gianni Giannini era un uomo dalla vita profumata: di fiori gialli, pane e arte. Se ne stava al lato della piazza di Pennabilli, nell'amato Montefeltro, con la camicia rosa che gli andava larga, i polsini ripiegati all'interno. Agitava la mano benedicente, l'indice esile indicava sempre qualcosa di nuovo. Era stato un cacciatore di bellezza e quando non la trovava, la creava lui. Aveva fatto del suo borgo una capitale estetica... » (Gabriele Romagnoli).