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Nell'olio su tavola "La favola di Apollo e Marsia" di Agnolo Bronzino, realizzato negli anni 1531-1532 e dedicato a Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino, Marsia compare in due delle quattro scene all'aperto di cui si compone il dipinto; tali scene lo vedono attivo nella contesa musicale con Apollo e vittima dello scorticamento inflitto dal dio come punizione per aver osato sfidare la sua autorità. Evocato da Dante come "exemplum" mitico nell'esordio del "Paradiso", il satiro auleta Marsia è, insieme al dio marino Glauco (anch'esso citato all'inizio della terza cantica della "Commedia" in concomitanza con uno dei punti di maggiore rilievo del viaggio ultraterreno, ovvero il passaggio del pellegrino dalla Terra al Cielo), protagonista di una vicenda che attraversa epoche e generi differenti, a conferma della multiforme evoluzione dei miti classici fra Medioevo e Rinascimento. Fungendo idealmente da trait d'union tra paganesimo e cristianesimo, i racconti tratti dalle "Metamorfosi" di Ovidio assumono una molteplicità di forme e funzioni diverse...