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«La poesia di Simone Sanseverinati trae la sua ragion d'essere da una tradizione simbolica e simbolista. [...] Se da un lato la difficile formulazione delle immagini toglie al testo coesione, dall'altra proietta chi legge in uno spazio che può raccontare il "viaggio" di ognuno, "[...] dove chi scrive perdona". E se la scrittura, come la vita, è una resistenza che s'articola "come un gemito nascosto", l'attitudine dell'autore al tessere versi cantabili non va sottovalutata». (dalla prefazione di Lorenzo Fava)