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«C'è un luogo, un luogo perso nella memoria, un Eden d'altro tempo a contrassegnare i versi di Angela Catolfi. Là può aspettarla il padre "dove si appiglia l'ultima luce / e sfuma il presente". Memorie e vicende, però, trovano ancora più senso attraverso le parole che hanno dentro tutto il reale "il mare che infuria / la rabbia del vento, / il fuggire del treno". E queste "parole nascoste / parole liberate in fragili ali" trovano spazio "in troppi fogli bianchi". Dunque, la parola e la poesia non danno facili certezze, ma rappresentano comunque una pausa di ristoro "oltre l'agonia dei pensieri / e dei giorni".» (Dalla prefazione di Umberto Piersanti)