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Samuele Panichi (Cagli, 1888-1980) cresce in una famiglia dai grandi valori libertari, intrisi di socialismo e anarchismo, gli stessi valori che Samuele cercherà di applicare presso i contadini della zona. Nel 1907 emigra negli Usa, dove si pone alla testa di un gruppo di minatori nella lotta per i loro diritti. Tornato in Italia dovrà fare i conti con il nascente fascismo. Dopo l'8 settembre si dà alla macchia e forma il gruppo partigiano autonomo denominato "Banda Panichi"; in quel contesto perde il figlio Carlo. Dopo la guerra, gli Stati Uniti offrono a Samuele una congrua somma di denaro come pensione e arretrati maturati nel soggiorno in America, in cambio della rinuncia alla tessera del PCI. Samuele rifiuta, non tanto per la tessera in sé, quanto perché la proposta ricevuta lede profondamente la sua natura, quella di "uomo libero".