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Per l'ebraismo di tutti i tempi e luoghi, la memoria è il motore della propria identità ed è, a tutti gli effetti, "la propria storia tramandata di bocca in bocca, di gesti in gesti" che, soprattutto le donne coi loro diritti e doveri, perpetuano di generazione in generazione: non a caso, la parola storia non ha una traduzione specifica, in lingua ebraica, (la parola "sippur", tradotta generalmente come storia, vuol più dire racconto), e si chiama infatti, di preferenza, "Toledoth", che letteralmente significa generazioni. Buona parte delle ricette contenute nel presente volume, elaborate per lo più con prodotti della terra marchigiana, (ma alcuni ingredienti sono di chiara origine orientale), risultano adatte sia per l'alimentazione quotidiana sia per quelle festività liturgiche, come gli otto giorni della Pesaq, la Pasqua ebraica, che contemplano alimenti specifici quali ad esempio l'azzima e i cibi non lievitati. Si tratta, dunque, di ricette frutto dell'insegnamento, di quella "memoria motore dell'identità", tramandato da madri, nonne, zie, parenti e amiche, le quali a propria volta l'avevano ricevuto dalle loro ave e si tratta, anche, di "rivisitazioni in chiave moderna" condotte sulla base delle sempre valide regole alimentari rappresentate dalla Kasherut.