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Quando qualcuno mi chiede: "Perché si occupa di una cosa triste come la Sla?" rispondo: "Sono una portatrice sana. Mi sono ammalata di Sla (anche se non fisicamente) quando l'ho incontrata per la prima volta a casa di un mio caro amico". Ciò che voglio raccontare attraverso questo libro è che anche la più terribile delle malattie non è in grado di cancellare le persone, il carattere, le emozioni, la famiglia, sebbene tutti questi aspetti vengano inevitabilmente "toccati" dal male. Auguro che, leggendo queste pagine, il lettore trovi la voglia di fermarsi a riflettere seguendo il giusto ritmo del tempo, il proprio battito del cuore, riuscendo ad apprezzare il valore e il potenziale della propria vita.