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Il pensiero di Mario Romani (1917-1975) sul sindacalismo libero nella democrazia contemporanea costituisce una punto di riferimento essenziale per un'aperta riflessione sullo sviluppo economico, sul progresso sociale e sul riformismo politico. Il presente volume propone una rilettura a più voci della complessiva proposta culturale di Romani, affidata dalla Fondazione Giulio Pastore a studiosi di differenti interessi e prospettive. Il nesso, quanto mai attuale, tra la libertà personale e la responsabilità collettiva degli attori sociali; il rapporto tra Stato democratico, partiti politici e azione sindacale; la connessione tra la dimensione associativa del movimento sindacale e i processi di crescita generale del paese; la formazione dei lavoratori e la loro partecipazione, nel sindacato, alle decisioni di politica economica sono alcuni tra i temi affrontati in questo volume. Richiamando l'organicità del pensiero di Romani, gli autori si soffermano, inoltre, sulla fecondità della sua imponente opera culturale e sul valore del dibattito da lui provocato. Alcuni aspetti dell'analisi sul sindacato, in particolare, contribuiscono a testimoniare il significato dalla presenza di Romani per la classe dirigente italiana.