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«Alcuni non dubitano che l'origine di questa Città si fondi su Venilia moglie di Dauno e madre di Turno; da qui deriva che le genti di questa regione siano state chiamate Dauni, come attesta il Bergamasco (1). Inoltre Varrone (2) la mette a capo e la fa città principale dell'Apulia con queste parole: "tu chiedi perché il farro è prodotto dai Campani, perché il grano dagli Apuli, perché il vino da Falerno, perché l'olio da Venafro, di questa regione di Apulia la capitale è Venosa". E il Cluverio (3) nella sua Italia antica così dice:" Da Canosa 15 mila passi ad occidente del sole in primavera è distante l'oppido di Venosa al confine degli Apuli, dei Lucani, dei Sanniti cioè degli Irpini. Patria del poeta Orazio, ora dalla gente del posto è detta Venosa ed è menzionata da molti Autori etc."; e il medesimo Ughelli (4), che è solito non avere particolari attenzioni per essa, anche la ricorda. Per questo motivo abbastanza, e anche di più, conosciamo molti uomini importanti, che a questa Città hanno dato molti servigi e ricordi, sicuramente alla sua fama, recando prestigio al suo onore in ogni tempo. Furono questi Caio Sempronio Romano e, tra gli altri, quando si parla della parte Italiana, Plinio, Livio e Appiano, (5) che annoverano Venosa tra le città italiche più importanti; e anche Servio (6), che per scherzo ne fa derivare il nome da Venere. Ma Plutarco (7) nelle imprese di Annibale, e Collenuccio (8) la pongono di gran lunga per importanza tra le città del Regno di Napoli, e ad essa attribuiscono la derivazione del nome per essere stata eretta sopra un tempio di Venere.»