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Il volume ripercorre la marcia che Guido Guidi, da circa quarant'anni, compie dalla Lunga Posa, non solo fotografica, nella ricerca di una sua verità Fotografica, coerente con la sua idea del mondo, senza la quale c'è il nulla, e non avrebbe senso né la Fotografia, né la cosiddetta arte. La poesia di Guidi si espande nella sequenza delle sue fotografie, sofferte all'aperto sotto il telo nero, che lo isola nello schermo smerigliato del "grande formato" (20x25 cm) del suo apparecchio prediletto, e infine nel buio della camera oscura. Poi il colore, senza remore per il bianco e nero, che Guidi registra con delicatezze e coscienza storica, senza enfasi cromatiche spettacolari, quasi acquarelli, ma non con pretese pittorialiste, mediante le tecniche inevitabili nello storico processo del "divenire della fotografia", dal monocromatico dagherrotipo ottocentesco, al massificato digitale del duemila.