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A cinquant'anni esatti da quello spartiacque sociale, politico, in parte anche filosofico, costituito dal fatidico 1968, la nuova edizione di un libro che già al suo primo apparire, nel 1980, diede il segno che qualcosa era cambiato nella ricezione del marxismo e nell'elaborazione di un pensiero critico. L'autore offre un saggio insieme politico e di critica filosofica - illustrando retrospettivamente, nella prefazione scritta appositamente per questa edizione, che cosa si debba intendere con essa - attraverso lo studio originale di tre classici (Schopenhauer, Nietzsche, Adorno), e delineando una teoria dell'apparenza necessaria come ideologia inconsapevole. Una proposta che nasce da un'attenta ricognizione nella problematica della soggettività, senza lasciarsi incantare dalla sua presunta crisi.