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Questo libro ridimensiona la raffigurazione del nostro tempo come epoca dominata dalla despazializzazione e dalla dematerializzazione tecnologica dei rapporti politici, sociali ed economici. Oggi infatti la "virtualizzazione" del mondo reale si accompagna sempre più spesso all'abuso, alla devastazione e alla privatizzazione degli spazi, degli ecosistemi, dei paesaggi; il mondo concreto perciò si ripresenta continuamente come drammatico intreccio di problemi ambientali, territoriali, urbani. In queste pagine simili questioni vengono esaminate chiamando in causa autori che hanno pensato da vari punti di vista il rapporto dell'uomo con i contesti materiali in cui vive (Virilio, Foucault, Arendt, Heidegger, Schmitt, Auge, Luhmann, Bateson, Magnaghi, Deleuze, Guattari). Si fanno emergere inoltre le implicazioni del dibattito sulla sostenibilità, sui beni comuni e sulla crisi della democrazia liberale in quanto problemi di un mondo comune che reclama la cura della sua permanenza e della sua condivisione. Si mette a fuoco infine la questione dell'ethos individuale e sociale come problema riguardante i "modi di abitare il mondo" più che la semplice "maniera di condursi".