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Le nostre prospettive nel ventunesimo secolo appaiono più decostruttive che costruttive. Esuli nel mondo che si sono fabbricati, gli uomini diffidano ormai di ogni proposta che alluda a un futuro possibile. Ma chissà se la strada fin qui percorsa non era in qualche modo sbagliata? Forse dall'Estremo Oriente possono giungerci insegnamenti per ripensare una identità singolare più in armonia con il cosmo, meno scissa fra corpo e spirito. Per Luce Irigaray, l'esperienza dello yoga e una pratica conscia del respiro possono introdurci a una maniera diversa di vivere la sessualità e la relazione d'amore, di stare con sé e con gli altri. Sarà possibile allora creare ponti tra le arcaiche tradizioni aborigene femminili del mondo asiatico e le nostre società patriarcali, così da cambiare i rapporti tra nucleo familiare e ordine statale? Potremmo rifondare la comunità a partire da legami tra cittadini, in un avvicinamento rispettoso delle differenze?