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Il titolo Malachite prefigura una molteplicità di significati e di sfumature nel campo semantico del verde. Tale significante adombra in chi scrive, attraverso il greco e il latino, una ridondanza, l'unione di mali e dolori ('mala' più 'Achos', addirittura uno degli spiriti del dolore e della sofferenza) o in alternativa il rimedio ai mali (considerando 'akos', da cui anche il termine 'panacea'). L'ipotesi del primo significato risulta vanificata dalle proprietà apotropaiche e taumaturgiche del minerale, il cui unico valore etimologico attendibile rimanda alla malva e quindi alle foglie del rimedio naturale. La malachite, seppur contemplando problemi e dolori, si pone come cura. Essa è simbolo delle sfumature, degli ossimori, delle anfibolie, che del resto la poesia ha l'ardire di evocare a parole. Sia la malachite sia la poesia esistono in relazione alla bellezza, alla trasformazione e, in definitiva, alla bellezza della rigenerazione, della rinascita interiore.