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«Un libro secco e corto», come lo definisce l'autore: è con una coppia di racconti, in modo anomalo e per nulla trionfale, che Anatole France esordisce nel mondo della prosa nel 1879. La protagonista di Giocasta combatte contro un marito noioso e un padre trafficone, sfiorando l'amore senza gustarlo, oppressa da sensi di colpa e visioni di morte fino al tragico epilogo. Celebrazione sgangherata di una Bohème che non crede più in se stessa, Il Gatto Magro è un racconto corale, popolato da una miriade di personaggi scelti per la loro stranezza ed eccentricità, spinti da visioni inafferrabili, lunatici e picari della Belle Époque. Completa il volume la prefazione all'edizione del 1879, espunta da quelle successive, dove troviamo il nucleo originario di un terzo racconto, André, poi rielaborato nella raccolta Il libro del mio amico. France trova nella forma breve lo strumento migliore per ispezionare, guidato da una dotta curiosità, il mondo attorno a sé. In una sorta di Gymnopédie a braccetto con la Storia, l'autore annota, per sé e per il lettore, quanto lo attrae delle vetrine e dei passanti, prima di ripartire per nuove mete: ancora curioso, sempre sereno.