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Settemila chirurghi, patologi, biologi, anatomisti, istologi, antropologi, psicologi, psichiatri, criminologi, studiosi di varie altre discipline parteciparono nell'agosto del 1897 a un fastoso Congresso medico internazionale che si svolse a Mosca. Tra questi vi era anche Cesare Lombroso, presidente della sezione dedicata alle malattie mentali. Lo scienziato italiano approfittò di quel soggiorno per far visita, il 23 agosto, a Lev Tolstoj, recandosi nella sua tenuta di Jàsnaja Poljàna. Da anni Lombroso desiderava quell'incontro, voleva confrontarsi con lo scrittore russo, prova vivente, secondo lui, della "psicosi epilettoide del genio". Fu un faccia a faccia deludente: Tolstoj sul suo diario descrisse Lombroso come un "vecchietto ingenuo e limitato", Lombroso sottolineò di "aver sciupato il fiato a vuoto". Ma che si dissero i due, così radicalmente diversi? Questo dialogo teatrale, per gioco, prova a immaginarlo. Introduzione di Silvano Montaldo.