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La demenza non può essere la madre del talento e dell'ispirazione, né risulta che artisti considerati comunemente "matti" lo siano stati dal punto di vista clinico. Sostenendo questa tesi, Marigliano ripercorre - con gli occhi ammirati dell'appassionato d'arte, ma soprattutto con quelli vigili del medico - le biografie e i capolavori di quarantadue maestri, tenta una loro "diagnosi" alla ricerca di tracce della presunta "follia", e, infine, ci spinge piuttosto a riflettere sulla complessa e spregiudicata libertà con la quale agisce, da sempre, la psiche di un genio.