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La vista: uno sguardo sopra ciò che dall'alto nasce e cade. Sopra l'Angelo, che è portatore di segni ma anche essenza dell'immagine. Dopo il "dizionario dei sensi" di Lesa maestà è da una prospettiva verticale che ha inizio questo racconto in versi di Massimo Scrignòli: una spedizione senza ritorno attraverso luoghi reali come fiumi, alberi secolari, città, dove tutto è nato e tutto si è compiuto, anche il cedimento di Dio. In cinque stazioni, si arriva al confine dell'inesorabile avanzare di un mondo altro popolato soltanto dagli abitanti della natura, una natura originaria che assedia e invade la "civiltà" degli umani occupando le piazze, le strade, le case, le biblioteche. Tutto accade senza clamore, con l'eco di un soffio: l'ombra spodesta la presenza non più dominante dell'uomo e della speranza. Da mille anni l'albero delle pagode osserva l'Angelo seduto sul silenzio: ed è esattamente questo il luogo mentale in cui ci si dovrà fermare per intuire, decifrare, tradurre, tutti gli indugi del tempo. Proprio qui, centro di una terribile felicità, dove anche il pane è una luce verticale.