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Un mondo elementare, minimo e privato, di piccole cose strenuamente amate e difese, nutrito di umbratili umori e silenzi, è la scena entro cui concentra e dispiega Giorgio Larocchi questi suoi "Esercizi di melancolia", punta estrema di una pratica di ascetica auscultazione e registrazione perseguita degli inizi degli anni '90 fino ad oggi in poesia.