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"La pazienza della poesia, l'interiore impulso centrifugo, Dio: questi i nuclei de "Il cerchio che circonda l'infinito", ognuno dei quali sorregge la divaricazione tra il rifiuto del mondo (sempre oscillante fra la durezza del dolore e l'opacità dell'indifferenza) ed il tormento utopico della perfezione. Angelucci ha il pregio di risolvere la religiosità in un tessuto verbale che possiede le qualità della poesia." (dalla prefazione di Franca Alaimo)