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Chi ha parlato, come di recente Fausto Curi, di una "funzione Porta" in relazione alla poesia italiana del secondo Novecento, può trovare in "Poemetto con la madre" (1985) e "La posizione fetale" (1985), (testi inediti qui pubblicati per la prima volta), la conferma delle proprie convinzioni. Sono testi di crudeltà e violenza, oltre che di una negata dolcezza, in cui la pulsione al cannibalismo, alla lacerazione, si sviluppano su una materia freudiana di rara compattezza. Ma sono anche testi in cui la dicotomia nascita-morte, restare-partire, raggiunge una asciutta, essenziale e insieme raggelata misura.