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"Nel mio Galileo, ho scelto di raccontare l'uomo. Di rileggerne la vicenda umana e scientifica, attraverso la relazione con quattro donne protagoniste della sua vita, solo accennando al processo, alla condanna e all'abiura. Brecht, di cui conservo nel testo una breve citazione, ne ha scritto come meglio non si può. Di Galileo, mi ha commosso l'umana vulnerabilità, il piacere del dubbio. Mi ha commosso la sua fede nell'uomo, creatura in cui egli rintraccia Dio, un Dio presente nella materia e la cui esistenza è resa palese dall'intelligenza e dal pensiero di cui ci ha fatto dono. Mi ha commosso la rinuncia apparente a se stesso, che è perdita e vittoria insieme. Mi ha commosso il sensuale piacere del pensiero, così vivo in lui, come il piacere dei sensi. Egli sembra dirci .non c.è scissione tra spirito e materia. e, in ciò, è ancora profondamente rivoluzionario. Ma più di ogni cosa mi ha commosso il suo assoluto, devastante amore per la vita. Questa commozione ho voluto raccontare."