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Quando cominciai a scrivere questo romanzo, che parla di bambini diventati adulti che si portano dietro il peso delle ferite vissute, l'abbandono cui si aggiunge la violenza, Christian prese l'abitudine di accucciarsi sulle mie gambe mentre componevo le pagine davanti al mio Pc e, con lo sguardo fisso sullo schermo, forte del suo non saper leggere e scrivere ancora, azzardava ogni tanto una domanda del tipo: "A che punto sei arrivata?". Un giorno, sentendomi descrivere l'arcobaleno, concluse: "B... come Arcobaleno!"