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Nel 2014 una sentenza della Corte costituzionale e un decreto legge hanno cancellato i tratti più significativi della riforma sulla droga del 2006, nonostante che negli anni quella legge avesse prodotto una riduzione del consumo di stupefacenti in Italia, dei decessi causati dalla droga, e l'aumento delle persone avviate a percorsi di recupero. Nella prima parte Alfredo Mantovano riassume le leggi che si sono succedute a partire dalla metà degli anni '70 e i principali luoghi comuni che continuano ad animare la discussione sull'uso e sul traffico degli stupefacenti. Nella seconda parte Giovanni Serpelloni illustra, con dati aggiornati, lo stato della diffusione delle droghe in Italia, riporta gli esiti della letteratura scientifica sui danni dell'assunzione della cannabis, e dimostra che essa non ha nulla di "leggero", e produce invece effetti pesantemente negativi, soprattutto tra i più giovani. Nella terza parte Massimo Introvigne inserisce la questione droga nel quadro dell'aggressione all'integrità dell'uomo, che esige una reazione non limitata a dire che "fa male". Il libro espone elementi di fatto e riflessioni che il legislatore del 2014 ha deciso di ignorare.