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Sulla scia della tradizione psicanalitica junghiana Christian Gaillard, con questo volume, ci accompagna in un appassionante viaggio nelle profondità dell'arte e di noi stessi. Profondità recondite, abissali, oscure, arcaiche, indifferenziate, inquietanti, persino sconvolgenti, popolate da fantasmi, da fantasie che ci agitano, ci tormentano ma nel contempo ci animano e ci convocano, chiedendoci di essere plasmate in una forma, di emergere, di avere voce in capitolo. Magistralmente guidati in una sorta di movimento regressivo, ci addentriamo quindi in quel mondo interiore che ferve in ognuno di noi e che troppo spesso tendiamo a ignorare. Dal freddo delle grotte e dei rifugi rupestri alle installazioni di Anselm Kiefer, dal "Giardino del Paradiso" di Francoforte ai grandi dripping di Jackson Pollock, le opere d'arte diventano l'occasione privilegiata per riconoscere, osservare, vivere intensamente ciò che abitualmente ci sfugge e tuttavia ci abita, ci ossessiona, ci spinge in avanti, verso un altro divenire, inducendoci a interrogarci su ciò che avviene di inatteso e imprevisto, nondimeno sospirato e intuito. L'autore ci prende per mano e ci conduce in una straordinaria avventura attraverso il tempo e lo spazio, nella consapevolezza che, come Jung nel suo "Libro rosso", procederemo a tentoni, opera dopo opera, incontro dopo incontro, senza sapere bene dove arriveremo, cosa troveremo. Da un secolo all'altro, scene, storie, personaggi, oggetti e paesaggi che credevamo di conoscere appaiono di fronte a noi sotto una luce diversa, drammatizzate: scorgiamo il mistero celato dietro un apparente equilibrio, i segreti racchiusi nei particolari, aprendoci in questo modo all'attesa, al cambiamento, alla percezione sensoriale, visionaria, all'ascolto immaginativo.