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"Venne ad accogliermi al cancello quando fui portata all'istituto Santa Maria di Lora, appena sopra la città. Avevo dodici anni." Suor Elvezia è una presenza che accompagna la vita della narratrice dall'infanzia: un rapporto delicato, ma tutt'altro che privo di contraddizioni. "'Dovrebbe scrivere un libro sull'Elvezia', disse il signor Lombardi mentre mi riaccompagnava a casa. "Sì, - risposi soprappensiero, - ma ho bisogno che muoia." Mi guardò spaventato e cercai di spiegarmi: non volevo che l'Elvezia morisse. Ma per scrivere di lei avevo bisogno che non ci fosse più. Che fosse lontana per sempre. Non mi sembrò convinto e seguì un silenzio pieno di imbarazzo. Giunti sotto casa, ci salutammo, a disagio tutti e due." Il libro alla fine è stato scritto, è un racconto fedele e tenero, specchio non solo di intense vicende personali, ma anche di una città - Como - e di un mondo.