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Pace o guerra? La risposta sembra ovvia eppure l.umantità intera, aldilà delle buone intenzioni di molti, dedica troppo tempo e infinite risorse a combattersi. Nel 2001 (Afghanistan) e nel 2003 (Seconda Guerra del Golfo) l'attenzione del mondo intero si fissò con determinazione sul tema dei conflitti cosiddetti locali (combattuti in numerosissime parti del pianeta) e le variabili coalizioni di Stati interventisti, cercando soluzioni alternative e pacifiche. L'attacco alle Torri gemelle (11 settembre 2001) giustificò agli occhi dei governi occidentali - operazioni di guerra rivelatesi subito impegnative, costose (in vite umane e denaro) e strategicamente discutibili. La reazione dei popoli fu immediata e la condanna delle guerre come mezzo di risoluzione dei difficili rapporti internazionali fu unanime. Tuttavia i governi occidentali non ascoltarono la forte voce dei cittadini continuando una lunga serie di conflitti che ancora impegnano diversi eserciti specializzati e tecnologicamente molto avanzati. I Capi di Stato hanno dichiarato che la guerra "è necessaria" per eliminare il terrorismo e a nulla sono serviti i milioni di bandiere della pace sventolati dalle case e dalla gente, per le strade, nelle manifestazioni europee. La "guerra mondiale" si continua a combattere e dopo dieci anni non è terminata; anche il movimento pacifista internazionale non ha vinto: perché prevale sempre la volontà di combattere e non quella di ragionare.