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A Dongo nei primi decenni dopo l'Unità d'Italia si assiste all'affermarsi di una dimensione sempre più industriale dell'amena cittadina lacustre, sulla scia di un incessante sviluppo del locale comparto siderurgico, rappresentato dalla ferriera Rubini e Scalini, che affondava le radici nel secolo dei lumi. E è appunto l'ascesa industriale, soprattutto con l'avvento dei Falck (1905), a caratterizzare il decennio che apre il nuovo secolo. È su questo sfondo che si innesta la ricerca centrata sulla realtà composita costituita dal contesto sociale donghese connesso all'assistenza e alla beneficenza. Si è così cercato di ridare luce agli avvenimenti minuti, alle storie degli uomini della strada, dei più umili, i cui destini si intrecciano inevitabilmente con la filantropia e il paternalismo del notabilato e della borghesia industriale locale, all'interno di un composito reticolo sociale. In queste relazioni, dove la reciprocità fra facoltosi e poveri si sostanzia attraverso lo scambio di doni contro deferenza, interviene lo Stato che mira a rivestire di un involucro legislativo i tentativi di riforma che nei secoli avevano teso a normare la carità privata - di matrice laica o religiosa - in funzione di una sempre maggiore tutela del vantaggio pubblico, assicurando altresì il rapporto con il territorio.