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Per quale motivo il governo francese ha permesso all'architetto I. M. Pei di "rovinare" il cortile del Louvre con l'invadente presenza di una piramide di vetro della fine del XX secolo? Perché i "tagli" sull'esterno del Museo ebraico di Berlino realizzato da Daniel Libeskind, che vorrebbero evocare la presenza degli ebrei nella Berlino pre-nazista, riappaiono senza motivo nel Royal Ontario Museum di Toronto? Perché lo Stata Center del MIT, di Frank Gehry, è stato ideato come uno spazio aperto per favorire la vita comunitaria senza considerare le esigenze di concentrazione di ricercatori e studenti? E come è possibile che un edificio costato oltre 300 milioni di dollari abbia un arredamento costituito di pannelli di compensato ed gigantografie appese ai muri (al posto degli schermi al plasma previsti dal piano iniziale), e sia afflitto da periodiche e massicce infiltrazioni d'acqua? Come giustificare il fatto che Gehry abbia progettato un edificio come la Walt Disney Concert Hall di Los Angeles senza tenere conto che le luccicanti curve in acciaio inossidabile della struttura esterna avrebbero abbagliato gli abitanti delle case vicine, trasformando i loro appartamenti in vere e proprie serre? In questo volume John Silber analizza e discute alcune fra le più celebri - e celebrate - opere del nostro tempo, mette sotto accusa molti autentici "guru" dell'architettura e smaschera il loro deliberato disprezzo per i committenti e per le persone che vivono o lavorano all'interno delle loro creazioni.