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Studiare l'adattamento delle opere letterarie per il grande schermo è il modo migliore per capire quale posto occupa oggi il cinema nella nostra società e per riflettere su due attività familiari e dissimili: quella del lettore e quella dello spettatore. L'autore analizza con puntualità e rigore ciò che e comune ai due media e ciò che li rende diversi: il cinema, come buona parte della letteratura, è costretto a "raccontare una storia". E però è rappresentazione - cioè immagine fondata su codici provenienti dalla pittura, dalla fotografia, dal teatro - ed è fatto di inquadrature, di montaggio, di tempi, di corpi, di spazi e di suoni. Sabouraud affronta poi le questioni della fedeltà e del tradimento, della stesura della sceneggiatura e dei dialoghi, facendo ricorso a esempi classici e contemporanei: Renoir che adatta Maupassant, Gor'kij e Flaubert, Welles che predilige Shakespeare e Kafka, David Cronenberg che sceglie William Burroughs. Nella seconda parte del libro il lettore troverà invece utili approfondimenti sull'argomento: documenti, testi, testimonianze e analisi di sequenze.