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Modellate sulla falsariga delle star hollywoodiane, quelle "proibite" dal regime, le dive italiche del cinema degli anni '30 e '40 sono le protagoniste dei cinema dei "telefoni bianchi", quelle fragili storie di amori adolescenziali, animate da graziose e ingenue fanciulle in fiore, con cui il fascismo impresse un grande slancio alla filmografia nazionale, sia pure al prezzo di un controllo costante. Massimo Scaglione, da sempre attento alla cinematografia del Ventennio, rievoca da par suo, con leggerezza e spirito arguto, una "meglio gioventù" che ha lavorato in tempi difficili, con modestia, per un pubblico che voleva dimenticare il presente e sognare attraverso i volti intensi (e maliziosi) delle dive nostrane.