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"'La traduction peut fort bien se passer de théorie, non de pensée' (Antonioe Berman). È stato nel segno di questa affermazione di Berman che il 7 novembre 2018 si è svolta la giornata di studi "Tradurre e ritradurre i classici", organizzata con Paolo Grossi, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles che ha ospitato l'evento. L'obiettivo era quello di riflettere ricorrendo in maniera assai parca alle implicazioni teoriche della traduttologia, indubbiamente necessarie nel bagaglio culturale di un traduttore, ma comunque subordinate al suo orecchio, strumento essenziale e imprescindibile per cogliere l'eco emanata dal testo. Fare a meno della teoria, non del pensiero, rafforza l'idea che la traduzione letteraria non è un 'sottogenere', né tantomeno è assimilabile alla linguistica applicata. È invece un contributo critico all'interpretazione del testo. Berman modifica i termini della questione: ai concetti usuali di teoria e pratica sostituisce quelli di expérience e réflexion. Si è partiti precisamente dall'esperienza e dalla riflessione dei traduttori per indagare alcune questioni cruciali: come si affronta un classico, come si 'svecchia' una traduzione che appare datata, come si arriva a tradurre in una lingua contemporanea che dia l'illusione acustica del vintage, che renda cioè il tono e il timbro dell'antico con parole moderne, e che colga quanto sussiste di moderno in quel tono e quel timbro antichi." (dall'introduzione)