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Mentre l'ispettore Stucky si gode i profumi e i colori di Treviso, a Venezia turisti stranieri annegano misteriosamente nei canali e qualcuno scrive lettere anonime al "Gazzettino" contro i "barbari invasori". Il collega Scarpa da solo non ce la può fare, invoca l'aiuto di Stucky in nome dei vecchi tempi, quando, insieme, pattugliavano la laguna. Stucky sbarca nella Serenissima per scatenare il suo famoso fiuto, ma è estate, ha voglia di fuga, e la passione serpeggia tra le calli: passione corrisposta, trepidante e sensuale, per le pietre millenarie che hanno tutte le risposte, a saper ascoltare; piacere di concedersi due cicchetti a filo d'acqua contemplando un'umanità splendidamente appiedata. Si mette di mezzo anche l'amore, tra vecchie fiamme che non bruciano più e il fascino di certe braccia tornite, labbra che lo tentano come piante carnivore. Da un abbaino alla Giudecca, Stucky ragiona su indizi, calendari e mappe, sonnecchia vegliato da gatti guerrieri. Chi si cela dietro "l'omo de note", giustiziere dei canali? Cosa nascondono Morgan e Giovanna d'Arco, teneri sbandati, esperti di disastri e trappole amorose? La strada verso il cuore del mistero come sempre è tortuosa, ma un primo barlume si accende nella notte del Redentore, quando i fuochi d'artificio di centomila barche sfidano il buio dell'universo.