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In anni in cui lo shopping è l'attività prediletta da molte donne, la protagonista di questo romanzo lotta strenuamente contro la sua tirchieria. Ma soccombe. Non può trattenersi dal calcolare, dal mercanteggiare, dal paragonare in continuazione i prezzi delle cose. Al ristorante soffre a dividere in parti uguali il conto, quando sa di avere mangiato meno degli altri. Un bel vestito se lo concede solo se in svendita. Con dosi massicce di autoironia, e di cinica onestà, la "spilorcia" racconta la sua battaglia quotidiana contro lo spreco e contro le tentazioni. Una battaglia cruenta, che va vinta a tutti i costi, ricorrendo a qualsiasi bassezza, forse per placare un'ansia che ha origini lontane.