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«In questo libro so di aver ridotto il lavoro di filosofi e scrittori a qualcosa di simile a frammenti di una sapienza oracolare. Nella nostra consuetudine di lettura, una circostanza di questo genere non può che essere una sollecitazione a una riflessione ulteriore. La nostra sapienza, almeno prima di essere interpretata dalla tecnologia contemporanea, non era mai sapienza, ma piuttosto sviluppo di un pensiero, di una interpretazione progressiva, di un'apertura indefinita su nuove forme di interrogazione.»