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Eridoro ed Elisea sono due bambini "speciali", il piccolo è affetto da un incantesimo, così come lo chiama la maestra, che lo induce ad avere atteggiamenti strani, a isolarsi, a non parlare. La bambina invece ha una fervida fantasia, vola coi pensieri talmente in alto che a volte perde la percezione del mondo reale. Ma questo è il modo in cui li vedono "gli altri". Loro due, invece, guardandosi, vedono solo due bambini che sanno e vogliono capirsi, senza schemi sociali o filtri, grazie all'autenticità e alla purezza della loro età. Il racconto è un inno alla felicità, da cercare al di fuori di quello che pensano "gli altri"; è un viaggio attraverso il tema dell'empatia, vissuto con gli occhi di chi vorrà indossare gli occhiali magici.