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Oggi siamo abituati a tirare fuori dalla tasca una minuscola macchina fotografica e a impossessarci in un attimo di un'immagine a colori, anche complessa e preziosa come un quadro antico esposto in un museo. A tal punto che spesso, anche per studiare, preferiamo osservare i dettagli di una fotografia digitale. Ma non è sempre stato così. Come erano documentate e illustrate sui libri le scoperte archeologiche prima dell'introduzione della fotografia a colori? E in particolare le scoperte di pitture antiche nelle quali il colore rappresentava un elemento fondamentale? La mostra cerca di raccontare, attraverso più di cento disegni e acquerelli conservati in diversi Archivi di Roma, la storia della formazione della documentazione dei ritrovamenti archeologici dell'Urbe nel tempo a partire dal 1703 fino al 1948.