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L'albero occupa da sempre un posto centrale nella simbologia tradizionale, nel pensiero religioso e nell'immaginario dei poeti, ed è un motivo essenziale dell'iconografia universale. C'è l'albero di Apollo (l'alloro), quello di Cibele (il pino), quello di Minerva (l'olivo)... Ci sono gli alberi del Paradiso: "l'Albero della Vita" - simbolo sia della potenza vegetativa del cosmo sia della morte e della resurrezione - e "l'Albero del Bene e del Male", legato al serpente e generatore del "frutto proibito". Poi, c'è l'Albero del Mondo, che con le sue radici, il suo tronco e i suoi rami, occupa dall'alto in basso l'intero spazio cosmico, del quale attraversa e mette in relazione i tre piani: Cielo, Terra e Inferi; e l'Albero della Croce, con le sue infinite coniugazioni e derivazioni. E ancora: gli alberi alchemici (l'"albero metallico" e l'"albero cavo", simbolo dell'atanor), gli alberi della mistica (ebraica, indiana, islamica), l'Albero di Jesse, l'"albero araldico", i tanti alberi del folklore, residui di un paganesimo che ha resistito a lungo (gli alberi di Maggio, gli alberi della Libertà, gli alberi di Natale, colonne, pertiche e pali della Cuccagna). La ricchezza semantica dell'albero è pressoché infinita, e in questo saggio Roger Parisot ce ne offre un assaggio appassionante.