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Quando l'11 marzo 1984 Papa Giovanni Paolo II iscrisse Madre Paola Frassinetti (1809-1882) nell'albo dei Santi, tracciò nell'omelia questo profilo spirituale: "Paola Frassinetti è uno splendido frutto della Redenzione, sempre in atto nella Chiesa. È stato detto che, per distinguere se un'opera sia cristiana, bisogna vedere se c'è il sigillo della croce redentrice. Ora la croce di Cristo distese ampiamente la sua ombra o, meglio, la sua luce sull'intera vita e su tutte le opere della santa. Ella infatti era convinta che chi vuole iniziare un cammino di perfezione non può rinunciare alla croce, alla mortificazione, all'umiliazione e alla sofferenza, che assimilano il cristiano al modello divino che è il Crocifisso. Nella sua fervorosa immolazione per la salvezza di tutte le anime, ella riteneva che, a confronto dei patimenti di Cristo, ciò che uno può soffrire è nulla. La croce non solo non la spaventava, ma era per lei la molla potente che la muoveva, la fonte segreta da cui scaturiva la sua insonne attività e il suo coraggio indomito [...]. La carica interiore di Santa Paola Frassinetti non poteva non sfociare in un'intensa attività di apostolato, con speciale interessamento per la formazione cristiana dell'infanzia e della gioventù abbandonata. Proprio a questo fine ella fondò l'Istituto delle Suore di Santa Dorotea".