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Con i suoi oltre quarant'anni di ricerca accademica e di esperienza professionale, Gianni Fabbri è testimone autorevole delle vicende che hanno investito la Scuola di Venezia: dalla sua nascita, con il rinnovamento dell'insegnamento promosso da Samonà, all'affermazione tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, fino al suo superamento e progressivo mutarsi in realtà del tutto nuove, provvisorie, esposte a continui cambiamenti. In questa raccolta di saggi viene presentata al lettore una serie di vivaci testimonianze e riflessioni, in parte legate all'attività concreta della professione (ideazione, realizzazione del disegno, allestimento del progetto, costruzione), in parte concernenti gli aspetti immateriali della disciplina, come la storia, la natura, il sacro, l'attualità. E non manca il confronto con i colleghi-maestri (Giuseppe Samonà, Saverio Muratori, Aldo Rossi e Guido Canella tra gli altri) i cui esiti più notevoli vengono qui ripercorsi, interrogandosi sulle continuità e discontinuità tra passato e presente, rileggendo teorie e progetti nel loro generoso tentativo di corrispondere alle esigenze innovative di allora, distinguendo quanto vi era di contingente e quanto appare ancora fertile e necessario. Ne emerge un percorso universitario, professionale, umano, una meditazione sui cambiamenti in atto nell'architettura di oggi e, con le parole dell'autore, "il tentativo ultimo di comprendere il nuovo, cercando di narrare un'altra storia...".