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La cultura popolare di queste valli si esprime, oltre che in italiano, su tre diversi livelli linguistici popolari, che corrispondono a tre stadi storici più remoti di acculturazione: i patois locali (di radice occitanica), il francese (introdotto nel secolo XVI) e il piemontese (nella sua caratterizzazione occidentale di piemontés, o lingua del contado immediatamente subalpino, che si è insinuata anche nei fondovalle). Il complesso repertorio di canzoni che qui si trova testimonia, nel suo insieme, una vicenda storica di opposizione e di tensione dialettica della civiltà alpina nei confronti dei tentativi di egemonizzazione esterna, vicenda di resistenza secolare della dimensione comunitaria agli eventi di dominazione e di acculturazione; ma rivela anche una vocazione nient'affatto provinciale all'apertura verso orizzonti lontani, un'attitudine a ricevere l'innovazione culturale, accettandola e selezionandola secondo le esigenze del proprio intimo vivere.