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Il legame fra gli ambienti musicali della corte sabauda e il mondo militare piemontese è un filone originale di ricerca, per di più indagato solo in parte, che mi ha condotto nuovamente fra gli sterminati fondi sull'Armata Sarda conservati nell'Archivio di Stato di Torino e nella Biblioteca Reale. L'obiettivo iniziale, che intendeva approfondire i rapporti fra le strutture musicali civili e militari in area subalpina dalla fine del XVII secolo sino al 1870, è stato ampiamente superato dalla grande mole di documentazione rinvenuta, che ha permesso di ricostruire con esattezza l'organizzazione, la consistenza, la dotazione strumentale e l'evoluzione tecnico-artistica delle musiche dell'Esercito sabaudo. A ciò si deve aggiungere l'aspetto uniformologico, un elemento essenziale per comprendere la condizione dei musicisti militari e i segni esteriori attraverso cui essi ambivano a distinguersi dal resto della truppa. Con l'aiuto di rari figurini di diverse epoche, quasi tutti inediti, è stato possibile ricomporre le tessere del suggestivo mosaico di ornamenti, ricami, gradi, cordelline, oggetti e accessori che nel corso dei secoli hanno identificato lo strumento musicale dell'armata.