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La produzione poetica di Mario Luzi è ormai annoverata all'unanimità tra le più importanti e decisive dell'intero Novecento italiano ed europeo. E per la profondità e la carità con le quali ha saputo osservare e tradurre in parole di ineguagliabile spessore poetico la realtà magmatica e spesso tragica del vivere umano, al poeta fiorentino è stato riconosciuto un profilo di assoluta originalità nel vasto panorama della lirica contemporanea. Da sempre ritenuto "poeta cristiano", Luzi ha saputo ricavare dal proprio discepolato evangelico, affatto banale o una volta per tutte assicurato, ma sempre vivace se non dibattuto o inquieto, una riflessione vigile, costante e cordiale sulla vita, colma di stupore nel cogliere l'altissima dignità dell'uomo e della sua condizione di creatura fragile e dolente. Questo saggio vuol essere una convinta proposta di lettura della poesia di Luzi che, partendo dall'evidenza della sua dimensione profondamente religiosa e cristiana, mira a ricostruirne il cammino alla luce di questa identità, rilevandone i lasciti e le suggestioni, le ispirazioni e gli imprestiti, le fonti e le scritture ad essa collegate.