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Accanimento terapeutico? Oppure uccisione di una disabile che non ha chiesto di morire e che ha subito la morte a causa della sua condizione, ritenuta indegna di essere vissuta? Un affare privato o una vicenda che riguarda tutti? Una donna che era già morta diciassette anni fa? Davvero aveva chiesto di essere uccisa? Un padre che rispetta la volontà della figlia o che vuole farla morire per le proprie convinzioni? E i giudici: hanno applicato la Costituzione e le leggi o hanno pronunciato una ingiusta condanna a morte? Un processo giusto o iniquo? Molti sono i dubbi che nascono dalla vicenda di Eluana Englaro, molte le domande che bruciano: non possiamo voltare le spalle per non riflettere su ciò che è accaduto.